MAGGIO

A MAGGIO NON MOLLARE SE AL TRAGUARDO VUOI ARRIVARE

Nel mese di maggio avremo la conferma di aver fatto le cose come si deve, ma ci renderemo anche conto, se siamo attenti, che tanti piccoli dettagli che avevamo trascurato avrebbero potuto darci ancora più soddisfazione, ma sarà per la prossima stagione.

In questo mese sicuramente avremo dei melari pieni di miele, quindi si comincia con le operazioni di smielatura, ma la stagione non è ancora finita e, certo condizioni meteo e psilla (parassita dell’eucalipto n.d.r.) permettendo, bisogna che i nostri alveari, che adesso sono al massimo dello sviluppo, mantengano al meglio le loro condizioni in maniera da produrre ancora adeguatamente. La stagione delle sciamature ormai volge al termine ma se facciamo degli errori sicuramente scateneremo fughe di sciami proprio adesso che pensiamo di poter allentare la guardia. Ma procediamo con ordine.
Una cosa opportuna da fare se non già fatta è togliere sia le porticine in lamiera sia i fondi antivarroa, per dare maggiore arieggiamento all’interno dell’alveare ora che incalza il periodo più caldo dell’anno.
In molte zone la produzione di millefiori primaverile volge al termine con la fioritura del trifoglio incarnato, per quanto riguarda gli agrumi invece bisogna aspettare la seconda metà del mese dopodiché di norma c’è un buco di produzione, quindi possiamo, dopo aver tolto i melari pieni avere il tempo di sistemare tutte quelle cose che per mancanza di tempo avevamo trascurato in precedenza. Va da se che se possiamo allontanare gli alveari dagli agrumeti è bene farlo il più presto possibile; infatti, in questi luoghi dove di norma si pratica frutticoltura, gli interventi con fitofarmaci sono frequenti, portare gli alveari nelle postazioni del prossimo raccolto o comunque in zone in cui l’intervento della chimica è meno probabile evita di correre il rischio di farsi avvelenare le famiglie. Cosa importante da non dimenticare comunque è quella di preparare i posti dove porteremo le api prima, in maniera da lavorare più agevolmente, curando soprattutto il taglio della vegetazione non solo dove verranno posizionate le arnie, ma anche per alcuni metri intorno, sarebbe ancora meglio un’aratura se possibile, tutto questo per non incorrere nel concreto rischio di vedere trasformati i nostri alveari in cenere in caso di incendio dell’erba che a breve sarà secca.

Un’altra operazione di una certa importanza è quella di dotare la postazione di una vasca da tenere sempre piena d’acqua per far abbeverare le nostre bestioline; è utile allo scopo di evitare che esse anneghino mettere nell’acqua degli oggetti galleggianti come legno, sughero, polistirolo o argilla espansa. C’è una cosa molto rilevante da fare cui spesso non viene data l’importanza che merita: per non indurre sciamature inattese è opportuno ridare alle famiglie subito dei melari vuoti, sarebbe preferibile contestualmente al ritiro di quelli pieni ma se non ne abbiamo a sufficienza o dobbiamo spostare gli alveari possiamo darli con qualche giorno di ritardo, magari un primo subito ed il secondo appena possibile. Questo perché adesso negli alveari ci sono tantissime api, e i due melari servono soprattutto a contenerle (ovviamente se vi ripongono del miele tanto di guadagnato) bisogna sempre ricordare che spesso la causa di sciamatura è una banalissima mancanza di spazio. Ovviamente ogni qual volta si movimentano melari pieni oppure, anzi addirittura di più se solo sporchi di miele, bisogna stare molto attenti a non scatenare il saccheggio, magari operando di sera, e comunque facendo tutto nel più breve tempo possibile, tenendo sempre coperti i melari con dei coprifavi in maniera da non dare alle api la possibilità di entrarvi quando non sono posizionati sulle rispettive arnie. Sicuramente adesso ad un controllo delle famiglie ci accorgeremo di alcune che sono orfane ed altre che nonostante tutti i nostri sforzi sono sciamate, le prime possiamo dotarle di una nuova regina, meglio se la forniamo assieme ad un piccolo nucleo di due o tre favi per rendere più sicura l’accettazione, visto che le api vecchie sono più riluttanti ad accettare una matrigna, per quanto riguarda le famiglie sciamate invece, anche ad esse è molto opportuno dare una nuova regina, eliminando la giovane, anche se sembra perfetta sia essa che la bellissima covata che produce, tuttavia sicuramente ha nel suo patrimonio genetico una maggiore propensione a sciamare, e questo è deleterio, sia per la famiglia sia per il fatto che nella prossima stagione essa produrrà fuchi che trasmetteranno sicuramente questo indesiderato carattere alle regine che si feconderanno. Meglio quindi investire una piccola somma nell’acquisto di una regina da un fornitore affidabile, oppure allevarsene se si e capaci ma facendo sempre attenzione alla qualità della madre.

Nelle famiglie che sono sciamate, vi è sempre un eccesso di miele nei favi da nido, almeno tutti quelli che non contengono covata andrebbero tolti e conservati dopo averli passati per un paio di giorni in un congelatore per uccidere eventuali larve di tarma della cera e loro uova, quindi riporli in contenitori chiusi (anche sacchi di plastica tipo quelli neri per la spazzatura) per evitare che altre farfalline vi depongano le loro uova. Se la popolazione lo consente è possibile dare agli alveari così ristretti qualche ulteriore favo costruito ma senza miele per dare alla regina più spazio per la deposizione. Anche agli sciami che abbiamo catturato è raccomandabile sostituire la regina, per gli stessi motivi di cui sopra.
Tuttavia, sebbene cerchiamo di operare al meglio, da queste famiglie difficilmente avremo dei risultati in termini di raccolto soddisfacente in questa stagione, a meno che le condizioni siano molto favorevoli. Quindi si può preferire una seconda opzione per sistemare tutte le famiglie che hanno questi problemi: farne degli sciami, eliminare tutte le regine, mettere in portasciami due telai di covata ed uno di scorte, anche assemblati da più famiglie, non importa, e portare in un’altra postazione ad almeno tre chilometri di distanza, successivamente dopo uno o due giorni gli si concede una cella reale pronta a sfarfallare che in una ventina di giorni si trasformerà in un’ottima regina.
Non va dimenticato che così facendo, a poco più di un paio di settimane dalla formazione degli sciami, avremo in blocco di covata, o quasi, e potremo approfittare per effettuare un trattamento di pulizia dalla varroa. Un’alternativa alla cella è fornire una regina feconda, essa farà sviluppare lo sciame molto più velocemente ma poi dovremo ingabbiare in estate per il blocco di covata così come faremo a tutte le altre famiglie.
Sempre a disposizione per eventuali chiarimenti all’indirizzo email francesco.pugliese@apicoltoripugliesi.it.