MARZO

GIORNATE PIÙ TIEPIDE, FAMIGLIE PIÙ INTREPIDE

L’apicoltore di razza che considera l’allevamento delle api una passione anche se lo fa per profitto, vive la stagione invernale con disagio; non che manchino le cose da fare, ma la pigrizia prende spesso il sopravvento; le abbuffate delle feste sono solo un diversivo; incontri e convegni a cui si partecipa in questo periodo sicuramente molto interessanti, un surrogato. Quello che manca veramente è il contatto con i nostri amati insetti, qualcosa di molto simile ad una crisi di astinenza. Ma con l’arrivo di marzo per fortuna tutto questo finisce, ci si alza più presto la mattina avendo propositi ben precisi sul da farsi, si dimentica spesso il cellulare a casa oppure si lascia spento ,anche deliberatamente, si rimandano le cose che non ci piace fare non per pigrizia ma per mancanza di tempo. In poche parole questo è il momento in cui possiamo stare con le nostre api per un tempo sufficiente a sentirci appagati (più in la con la stagione purtroppo avremo modo di sperimentare anche la sensazione di overdose).
Api marzo
Tutto questo però non ci deve far dimenticare che tutto il lavoro che facciamo con le api ha uno scopo che non può essere la sola soddisfazione di stare con esse ma il riuscire a raggiungere gli obiettivi produttivi che ci siamo proposti .
In questo momento dell’anno le famiglie con l’inverno alle spalle, sono ormai lanciate sulla via dello sviluppo; anche le famiglie brutte sembrano belle, ma quelle belle veramente mostrano chiaramente la loro forza. Qualcosa di importante ancora da fare è sicuramente un’ulteriore livellamento con quelle famiglie che si mostrano al di sopra o al di sotto della media; al contrario del mese scorso in cui abbiamo spostato solo le api, possiamo tranquillamente spostare telaini di covata nascente coperti di api avendo però sempre l’accortezza di darli a famiglie poste in apiari diversi da cui si sono prelevati. ovviamente alle famiglie che necessitano di spazio occorrerà dare altri telaini preferendo quelli costruiti quando le temperature non sono abbastanza miti da permettere agevolmente la lavorazione della cera.
L’errore da non fare è quello di dare troppo spazio a quelle famiglie che sono indietro rispetto alle altre; se lasciate strette sicuramente recupereranno in fretta ed arriveranno ugualmente al raccolto sempre a patto che il problema non sia di tipo patologico (un occhio alla sanità delle famiglie bisogna sempre darlo). Il gap può anche dipendere dalla regina vecchia o non valida, in questo caso se abbiamo necessità di api per rinforzare altre famiglie e non ne abbiamo a sufficienza, prendere in considerazione lo smembramento della famigliola in difficoltà per aiutare altre che ne beneficerebbero; in questo modo ci libereremo dalla gestione di famiglie che non daranno raccolto, favorendo al contempo la produttività delle altre; comunque quando ci sarà abbondanza di api non sarà difficile ricostituire le famiglie eliminate. Aspettare invece di avere a disposizione nuove regine per la sostituzione non ci metterà al riparo dalla concreta possibilità di perdere il raccolto visto che lo sviluppo è stato frenato proprio nel periodo più favorevole. Inoltre, eliminare la regina dando alla famigliola la possibilità di allevarne un’altra fa correre il rischio di riprodurre le caratteristiche indesiderate della madre e comunque se non ci sono ancora fuchi maturi a sufficienza o le condizioni climatiche non sono favorevoli al volo di fecondazione avremo probabilmente regine mediocri anche se la madre è eccellente.
Api marzo 2
Durante questo mese si aggiungono favi per dare spazio alla famiglia, ma ovviamente i favi costruiti finiscono presto e bisogna passare ai telaini con foglio cereo; a questo punto vorrei parlare di una “moda” che si è diffusa ultimamente e che consiste nel montare il foglio cereo attaccato alla traversa inferiore. Il concetto su cui si basa sta nel fatto che comunque le api costruiscono lo spazio mancante superiormente e non avendo un bordo inferiormente a cui attaccare i cupolini c’è una certa minore propensione a costruirli e di conseguenza a sciamare. Personalmente però ho notato che mentre la parte superiore viene costruita correttamente, spesso inferiormente il cereo viene rosicchiato per ricostituire lo spazio., Ciò pare trovi spiegazione nel fatto che le danzatrici trasmettano informazioni sulle fonti di approvvigionamento anche attraverso le vibrazioni che provocano sul favo durante la loro danza, riuscendo ad informare le sorelle che non si trovano nelle loro immediate vicinanze in maniera efficace anche nella semioscurità che regna nell’alveare. E comunque illudersi di contrastare la sciamatura eliminando lo spazio libero sotto i favi è inutile, meglio lasciare alle api decidere come lavorare i favi e contrastare la sciamatura con altri metodi.
Il posto dove mettere invece il telaino da costruire richiede invece un po’ di attenzione, se è vero che famiglie vigorose costruiscono bene e velocemente fogli cerei messi nel mezzo della covata, è anche vero che lo fanno con un pizzico di fastidio perche esse odiano gli spazi vuoti e le disarmonie all’interno del nido; può anche succedere che in caso di abbassamento delle temperature il cereo possa fungere da diaframma costringendo la regina in uno spazio inferiore alle sue esigenze mettendo le premesse per una sciamatura. Se invece mettiamo il telaino da costruire di lato alla covata (anche due assieme, a patto che all’esterno di essi non vi siano favi con scorte) avendo cura di scegliere il lato in cui essa risulta più estesa, daremo alle api la facoltà di costruire solo e quando lo desiderano mantenendo la covata più compatta ma al contempo costruire in maniera perfetta i telaini nei giusti tempi ed in realtà non limitando in nessun modo (ma nemmeno forzando inutilmente) lo sviluppo regolare delle famiglie.
In questo mese è anche di fondamentale importanza il monitoraggio delle scorte; lo sviluppo impetuoso delle famiglie porta a consumi elevati, per contro periodi di maltempo di alcuni giorni possono causare danni irreversibili, di fatti è molto più frequente che le famiglie muoiano di fame adesso piuttosto che in inverno quando i consumi sono considerevolmente più contenuti. Quindi bisogna essere solerti ad integrare le scorte insufficienti ad arrivare al raccolto, non ha molta importanza se forniamo un’ulteriore favo di miele preso da un’altra famiglia, del candito o dello sciroppo liquido, anche se quest’ultimo pare goda della fama di essere stimolante alla deposizione, la vera differenza però la fa il vigore della regina e la presenza di polline. Ho scritto che bisogna che le famiglie abbiano le scorte sufficienti per arrivare al raccolto, ed in effetti un certo danno può anche essere causato da un eccesso di avanzo di scorte quando arriva il momento del melario, quindi se forniamo dello sciroppo bisogna stare attenti che esso venga prevalentemente consumato piuttosto che immagazzinato, se inoltre abbiamo più telaini ricolmi di miele all’interno del nido può essere opportuno valutare se ci sono eccedenze rispetto alle necessità eliminando se necessario alcune sponde e comunque se vogliamo che nel nido la covata sia il più estesa possibile sui telaini, possiamo spostarne all’esterno del diaframma qualcuno ricolmo di miele in maniera da non farvi deporre alla regina solo nel piccolo spazio al centro dove ci sono cellette libere, e dando al contempo la possibilità di utilizzare le scorte alle famiglie, tutto questo ha lo scopo di rendere il più compatto possibile il nido limitando i consumi per il riscaldamento della covata, questo ci tornerà utile al momento del raccolto per ottenere più miele all’interno dei melari (lo vediamo il prossimo mese)
Sempre a disposizione per chiarire concetti che ho espresso in maniera poco chiara all’indirizzo francesco.pugliese@apicoltoripugliesi.it